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Che cos'è la traduzione?

  • Immagine del redattore: Elena Blog
    Elena Blog
  • 28 gen 2020
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 3 feb 2020

La traduzione è il trasferimento del significato da una lingua di partenza (source language), a un'altra lingua detta lingua di arrivo (target language).


Il traduttore, quindi, è colui che ha il compito di riportare in un nuovo testo (la traduzione), scritto nella lingua di arrivo, il testo originale, scritto nella lingua di partenza. Tuttavia, pensiamo alle numerose traduzioni di libri, articoli, saggi ecc. Vi siete mai chiesti se la traduzione dica veramente le stesse cose o vi è mai venuto il dubbio che qualcuno vi stia ingannando? Non vi nego che questa è una delle tematiche più discusse nell'ambito della mediazione linguistica.


Per rispondere a questo quesito, dobbiamo partire dal concetto di equivalenza: deriva dal latino tardo antico equivalére, che significa aequus uguale e valēre avere valore. Pertanto, equivalenza significa avere una esatta corrispondenza di valori. Per questo quando nell'ambito della traduzione si parla di "dire la stessa cosa" stiamo parlando del concetto di equivalenza traduttiva, vale a dire che nella traduzione, il traduttore, deve riportare gli stessi contenuti (il significato) del testo originale, senza aggiunte o censure. Il lettore che legge il testo tradotto deve avere accesso agli stessi contenuti di cui usufruisce il lettore del testo originale, non ci deve essere, infatti, alcuna differenza nella ricezione del testo da parte di entrambi i destinatari. La differenza fra i due testi sarà unicamente la forma, ovvero la lingua.

Infine, il processo di traduzione può avvenire unicamente se si rispetta il principio di equivalenza.


Nella storia della traduzione si è discusso a lungo sul fatto di"dire la stessa cosa" o "dire quasi la stessa cosa" in un'altra lingua. Sul web si trovano diverse discussioni in merito, tuttavia, alcuni affermano che determinati concetti o determinate lingue sono intraducibili, dichiarando, dunque, che una lingua non riesce a tradurre tutti i suoi significati in un'altra... Se questo fosse vero, ovvero se questo pensiero fosse sostenuto da basi scientifiche, sarebbe anche lecito dire che due persone che parlano lingue diverse non potranno mai capirsi nemmeno comunicando in una lingua ad entrambi comune, essendo quello che esprimerebbero nelle loro lingue madri, intraducibile in qualsiasi altra lingua straniera.


Senza stare a dilungarmi ulteriormente, riassumerei affermando che ogni lingua descrive a modo suo gli stessi concetti. Gli uomini sono coloro che comunicano e veicolano le lingue, essi vivono tutti sullo stesso pianeta, la terra, sono in grado di provare gli stessi sentimenti e le stesse emozioni, sono accomunati dallo stesso percorso di crescita personale (basti pensare alle diverse tappe dello sviluppo fisico e psicologico: infanzia, adolescenza, età adulta e vecchiaia) ecc. condividendo lo stesso panorama fisico, psicologico, sociale, storico e politico non possono che esprimere, perciò, gli stessi concetti anche se in lingue diverse. Per concludere, possiamo quindi osservare che ciò che differenzia le lingue non sono i contenuti (il significato) ma la forma (il significante), ovvero quell'insieme di convenzioni fonetiche e morfologiche, rispetto alla forma, sintattiche e lessicali, rispetto al significato, necessarie per la comunicazione.





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